Picasso by Patrick O'Brian

Picasso by Patrick O'Brian

autore:Patrick O'Brian [O'Brian, Patrick]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Longanesi
pubblicato: 2021-01-17T23:00:00+00:00


12.

NELLE conversazioni tra gente educata in genere si evita accuratamente di trattare questioni di denaro. Eppure esso riveste un interesse profondo, sebbene un po’ equivoco; in segreto uno scrittore potrà per esempio calcolare a quanto ammonti il 24,8 per cento dei diritti di Jane Austen e fare un raffronto con le moderne pratiche editoriali. Un biografo che voglia descrivere un Picasso a tutto tondo non potrà dunque essere troppo schifiltoso in proposito, perché il denaro ebbe sempre grande importanza nella sua vita.

Non è facile riassumere in poche parole che cosa significasse esattamente per lui perché il denaro ebbe nella sua vita un peso diverso nel tempo; nei primi anni puro equivalente di cibo, riparo e materia prima per lavorare, poi investito di valori simbolici sempre più complessi finché, in anni ancora successivi, significò il potere, ma con un’infinità di sfumature legate anche alla libertà, al successo, alla stima di sé e al piacere di donare. Anche i suoi atteggiamenti cambiarono: era a volte molto meschino, in particolare nelle piccole questioni economiche di tutti i giorni, ma sapeva anche essere generoso. Nel 1958, quando Alice Derain e Marcelle Braque gli rivelarono che Fernande, ormai divenuta una vecchia sorda e artritica, non solo era malata ma anche bisognosa, mise in una busta un milione di franchi, equivalente al suo mantenimento per oltre un anno, e gliela mandò, nonostante che nel 1933 essa lo avesse ferito crudelmente pubblicando Picasso et ses amis, un libro di ricordi degli anni vissuti insieme che, seppure scritto con ritegno maggiore di quello dimostrato in seguito da Françoise Gilot, tuttavia violava l’intimità della sua vita privata. Da quando cominciò a riscuotere successo, tuttavia, il denaro divenne per Picasso anche il parametro per valutare la sua posizione nei confronti dei pittori che si potevano considerare suoi pari. Persino negli ultimi anni di vita rimaneva scosso nell’apprendere che un quadro di Braque era stato venduto a un prezzo vertiginoso. Nel 1921 seguì le vendite all’asta di Uhde e di Kahnweiler con grandissimo interesse.

Dal momento che Uhde e Kahnweiler erano tedeschi, i quadri di loro proprietà erano stati confiscati fin dai primi giorni di guerra e quell’anno dovevano essere messi all’asta. Rappresentavano la più importante raccolta di opere cubiste mai offerta sul mercato e comprendevano probabilmente il più consistente nucleo di dipinti di Picasso esistente a Parigi in quel momento. Come sempre avviene quando si tratta di Picasso, i racconti sono confusi e spesso contraddittori.

Senza svelarne il nome, Gertrude Stein afferma che l’esperto incaricato della vendita, in lega diabolica con altri vecchi mercanti, volle distruggere il cubismo scoraggiando il pubblico e mantenendo i prezzi il più possibile bassi; riferisce inoltre che, essendo stato rimproverato da Braque durante l’asta, lo ingiuriò dandogli del porco normanno; Braque lo atterrò con un pugno, i compratori si spaventarono e i quadri furono venduti per una cifra irrisoria.

L’esperto in questione era in realtà Léonce Rosenberg e appare dunque strano che proprio colui che era stato il padre putativo di tanti cubisti mirasse ora a distruggerli. D’altro



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